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28 Novembre 2013

Legittimo l’uso di dati bancari non appartenenti alla società

Le indagini presso gli istituti di credito possono riguardare anche i conti di soci, amministratori o procuratori generali, non solo quelli formalmente intestati all’azienda.

In caso di indagine finanziaria condotta nei confronti di una società, è legittimo utilizzare i dati desunti dai rapporti finanziari intestati a persone fisiche a essa collegate, quali soci, amministratori o procuratori speciali, quando l’Amministrazione finanziaria provi, anche tramite presunzione, la natura fittizia dell’intestazione o la sostanziale riferibilità alla società dei conti o di alcuni loro singoli dati: in tal caso, incombe sul contribuente l’onere di provare l’estraneità delle operazioni contestate alla propria attività d’impresa.
Questi i principi desumibili dalla sentenza 25474 del 13 novembre della Corte di cassazione.

 

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