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21 Settembre 2015

Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto… Non per i giudici: ok al sequestro

Regalare i propri beni a un familiare stretto, dopo aver ricevuto la notifica di un accertamento fiscale, è considerata sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

In tema di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, la Corte di cassazione ha stabilito, con la sentenza n. 36378 del 9 settembre 2015, che deve ritenersi legittimo il provvedimento di sequestro preventivo disposto sui beni donati dall’indagato alla propria figlia – nella specie, soggetto estraneo alle indagini – quando l’atto di liberalità è avvenuto dopo la notifica dell’accertamento fiscale.
E non solo: la presenza di molti altri beni nel patrimonio del contribuente e la possibilità della revocatoria non fanno venir meno la punibilità.

Vicenda processuale
La vicenda riguarda il rigetto della richiesta di revoca, avanzata dalla figlia non indagata del contribuente al tribunale del riesame, del decreto di sequestro preventivo per equivalente di un magazzino e della quota di un terzo di un negozio che aveva ricevuto in donazione dal padre, assoggettato a controllo dall’Amministrazione finanziaria, per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, di cui all’articolo 11 del Dlgs 74/2000.
Nell’opposizione in Cassazione, l’interessata sostiene che il tribunale si sia limitato a postulare la sussistenza del fumus del reato, con ripetizione pedissequa del provvedimento di sequestro, senza dare alcuna risposta alle doglianze difensive.
Inoltre, secondo i contribuenti, l’indagato era proprietario di molti altri beni che sarebbero potuti servire come garanzia del Fisco e, a ogni modo, l’Erario avrebbe potuto avvalersi della revocatoria, che non richiede la prova della consapevolezza da parte del terzo.

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